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Benevento 18/22 settembre 2012

107° Congresso SBI Onlus

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Simposi

Simposio I ”LE NUOVE FRONTIERE DELLA BIOLOGIA VEGETALE PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE”
L’inquinamento è il fattore limitante il benessere delle future generazioni come la carenza di materie prime e di cibo lo sono stati per le passate generazioni. La lotta all’inquinamento passa attraverso il monitoraggio, la prevenzione, l’abbattimento ed il risanamento delle situazioni critiche già esistenti. Per raggiungere questi obiettivi occorre dispiegare tecnologie “verdi” poco impattanti e molto sostenibili. L’obiettivo di questo simposio del Congresso è perciò quella di illustrare e confrontare i risultati di ricerche condotte da Istituzioni internazionali e nazionali nel campo delle “scienze delle tecnologie verdi per l’ambiente”. Si parlerà, soprattutto, di tecnologie per la decontaminazione di suoli e acque inquinate da metalli pesanti o da composti organici persistenti utilizzando specie diverse di piante e loro interrelazioni con altri organismi quali batteri e funghi.


Simposio II “LE PIANTE COME BIOFABBRICHE : SCIENZA E TECNOLOGIA”
Il mondo vegetale ha da sempre rappresentato un’importante riserva di sostanze utili per la salute dell’uomo e del suo ambiente. Ma ancora di più oggi le piante offrono un grande potenziale per la produzione di molecole di grande interesse per l’industria farmaceutica. La biologia vegetale svolge un ruolo fondamentale per l’ottenimento di prodotti del metabolismo secondario e ancor di più di molecole ricombinanti come vaccini, anticorpi, peptidi ad attività antimicrobica, utili per la salute umana e l’ambiente. L’uso di moderne biotecnologie apre nuove prospettive di ricerca altamente stimolanti in diversi laboratori nel mondo e un settore di frontiera fecondo d’interazioni tra discipline diverse. In questo Simposio si presenteranno le attività di ricerca nazionali e internazionali evidenziando il potenziale tecnologico e scientifico rappresentato dai principali soggetti pubblici (Università) e privati (Industrie) coinvolti. Rispetto ai sistemi produttivi già in uso presso le industrie, le piante presentano diversi vantaggi, come il minor costo, la maggior produzione di molecole anche complesse e l’assenza di patogeni o tossine pericolose per l’uomo e l’ambiente. Inoltre si affronterà l’argomento della produzione di biosensori e biocombustibili con diverse soluzioni tutte legate al “mondo verde”.


Simposio III “ LE PIANTE E INTERAZIONI BIOTICHE”
La comunicazione tra organismi differenti è sempre resa molto complicata dalla difficoltà di sincronizzare le intenzioni legate all’emissione del segnale con la risposta che esso genera. Questo è ancor più complicato quando i canali di comunicazione vengono stabiliti tra organismi molto distanti tra loro come piante, animali e funghi perché in tal caso c’è spesso una notevole differenza tra l’organismo che emette il segnale e quello che lo riceve (e l’interpretazione che ne viene data). Le piante emettono segnali per superare la loro assenza di mobilità che crea un ostacolo fisico alla loro potenzialità di acquisire delle risorse, difendersi dai predatori, disperdere i loro geni. Questo ostacolo viene solitamente superate mediante l’evoluzione di relazioni mutualistiche con altri organismi mediate lo sviluppo di specifici canali di comunicazione Mentre in passato, è stato riposto molto interesse sull’evoluzione dei segnali e sull’esplorazione dei canali di comunicazione tra animali in tempi più recenti i segnali tra le piante e gli altri organismi hanno attratto un attenzione sempre crescente grazie anche alla scoperta di nuove ed inattese potenzialità nella “comunicazione delle piante”.


Simposio IV “BIODIVERSITA’ E PAESAGGIO”
La Biodiversità vegetale è la componente più importante della biosfera in quanto costituisce la base del funzionamento degli ecosistemi. La perdita di biodiversità delle piante rischia di compromettere in modo irreparabile le risorse che gli ecosistemi forniscono all'umanità. Preservare la diversità biologica rappresenta il cardine della biologia della conservazione e attorno ad essa ruotano innumerevoli implicazioni scientifiche, etiche, sociali ed economiche. La biodiversità viene infatti considerata un valore, che tuttavia risulta minacciato dallo sviluppo tecnologico e produttivo. Se il concetto di 'Biodiversità' indica i diversi livelli di ricchezza delle forme di vita nei territori del nostro pianeta, quello di 'Paesaggio' può essere parimenti e parallelamente considerato come il modo in cui le diverse popolazioni percepiscono i caratteri delle organizzazioni spaziali ed identitarie di tali territori. Il loro carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni, così viene evidenziato dalla Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000). Per 'Tutela del Paesaggio' si indicano le azioni di conservazione e di mantenimento degli aspetti significativi o caratteristici di un determinato paesaggio, giustificate dal suo valore di patrimonio derivante dalla sua configurazione naturale e/o dal tipo di intervento umano.


Simposio V “LE INFRASTRUTTURE SOSTENIBILI PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’”
Un’infrastruttura può essere definita come un sistema che sta fra le cose, un sistema che collega e crea relazioni, che tecnicamente innerva il paesaggio. A detta di molti, la frase “infrastruttura sostenibile” rappresenterà un ossimoro ancora per lungo tempo. Questa raffigurazione trova supporto nell’approccio disgiunto, ancora molto attuale, tra la valutazione tecnico-ingegneristica di una data opera infrastrutturale e la valutazione delle risorse ambientali e paesaggistiche. Di fatto, se da un lato va crescendo la sensibilità verso sistemi meno impattanti e più eco-orientati, quello delle infrastrutture per la mobilità rappresenta ancora uno degli aspetti di maggiore interferenza sul paesaggio. L’inserimento di un nuovo tracciato di infrastruttura rimane spesso scollegato dal futuro rapporto con il territorio modificato, se non per interventi successivi di mitigazione limitati ad alcuni aspetti, quali: gli inquinamenti acustico, atmosferico e delle acque, o generici interventi a verde. Con questo tipo di approccio, mobilità e paesaggio rimangono due entità che convivono, ma non si integrano. A volte, anzi, si respingono, relegando l’aspetto paesaggistico a una questione estetico-percettiva e ponendo le basi per future frammentazioni, isolamenti e derive di un ambiente non più ospitale per le specie native, Uomo compreso. Le conseguenze di questa amplificazione delle infrastrutture per la mobilità non si pongono solo in termini di spazio sottratto, ma anche di frammentazione, di varie azioni di disturbo, inquinamento, dissesto idrogeomorfologico e impatto diretto sul paesaggio e le aree naturali correlate.

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